Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

“Essere ragazze e ragazzi in Toscana” è la ricerca campionaria, promossa dalla Regione Toscana in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, che il Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza, le cui attività sono gestite dall’Istituto degli Innocenti, ha realizzato nella seconda metà del 2015, intervistando oltre 10mila preadolescenti e adolescenti con il coinvolgimento di circa 250 scuole tra secondarie di primo e secondo grado.

 “Un lavoro – afferma Alessandra Maggi, presidente dell’Istituto degli Innocenti – che è frutto dell’impegno che ci siamo assunti l’anno scorso, insieme alla Regione Toscana, in occasione della Prima Conferenza regionale sull’infanzia e l’adolescenza. L’attività di ricerca e monitoraggio dell’Istituto degli Innocenti contribuisce alla individuazione degli interventi e delle politiche regionali in tema di minori”.

 

La mole di interviste realizzate e la loro ripartizione sul territorio regionale ha permesso al Centro regionale da un lato di disporre di un significativo patrimonio informativo per tutti i trentaquattro ambiti di programmazione territoriale su tematiche fino ad oggi poco conosciute su cui costruire indicatori sulla qualità della vita e sul benessere per la fascia d’età adolescenziale di 11-17 anni. I ragazzi intervistati hanno per lo più compilato il questionario online. Solo una piccola parte ha compilato il questionario cartaceo, con l’assistenza degli insegnanti o degli stessi ricercatori del Centro regionale.

Le relazioni familiari e tra pari. Una base sicura
I primi risultati della ricerca sugli stili di vita degli adolescenti in Toscana tratteggiano il profilo di ragazzi inseriti in reti relazionali estese e rassicuranti. Circa l’80% dei ragazzi ci parla di una rete composta da vari amici, senza differenze tra preadolescenti e adolescenti, né tra maschi e femmine. Una qualche differenza, invece, la rileviamo quando distinguiamo tra gli adolescenti nati in Italia e nati all’estero. Qui la percentuale di ragazzi che dichiara di avere diversi amici a cui si sente vicino scende dal 82% di quelli nati in Italia al 70% dei nati all’estero. Probabilmente più importante è che il 6% di essi dichiara di non avere alcun amico (gli adolescenti nati in Italia che non hanno amici sono l’1,3%), lasciando intravedere, specie per i più grandi, una maggiore difficoltà di inserimento e un lavoro ancora da svolgere per assicurare una più completa inclusione nelle diverse sfere. Ad ogni modo, che siano diversi amici, pochi o anche uno solo, tutti i ragazzi (con una percentuale pari al 95%) dichiarano di essere ampiamente soddisfatti di questi rapporti.

Anche per quanto riguarda le relazioni familiari, gli studenti intervistati si dichiarano globalmente soddisfatti, con un lieve peggioramento per gli adolescenti, ma che comunque hanno in larga parte (intorno al 90%) un rapporto positivo con i genitori. Quando vivono delle preoccupazioni importanti, i ragazzi toscani parlano più volentieri con la madre che con il padre. Questo è vero soprattutto per le ragazze che trovano difficile parlare di alcune questioni con il padre nel 48% dei casi contro il 29% dei ragazzi.

 

Chiaramente, anche qui, la difficoltà nell’affrontare con il padre specifici discorsi aumenta con l’ingresso nell’adolescenza, quando anche la differenza tra maschi e femmine si contrae pur rimanendo importante (trovano difficile o molto difficile parlare con il padre il 35% degli adolescenti versus il 50% delle adolescenti). Le risposte configurano tendenze che confermano che c’è una maggiore vicinanza con i genitori dello stesso sesso, soprattutto quando si tratti di affrontare tematiche sessuali.

 

Tuttavia, i risultati ci raccontano di ragazze generalmente più conflittuali nel rapporto con entrambi i genitori, dichiarando in misura maggiore occasioni di disaccordo, ma, come contraltare, asseriscono che i genitori, specie la madre, le sostengono e confortano nelle diverse situazioni – questo vale anche per i ragazzi ma in misura più contenuta. Infine, la netta maggioranza dei ragazzi, indipendentemente dal sesso e con alcune differenze dovute all’età, dichiarano che i genitori lasciano loro la possibilità di scegliere la propria strada.   

La fiducia nelle istituzioni. Più si cresce più aumenta la distanza
Per quanto riguarda la fiducia nelle istituzioni, si riscontra un clima generale di sfiducia, accentuato nelle fasce adolescenziali e tra gli adolescenti nati all’estero. Questi ultimi, infatti, su tutti gli aspetti si mostrano più critici dei ragazzi nati in Italia.

In generale, le istituzioni che soffrono maggiormente sono i politici e i partiti che, tra gli adolescenti, non raggiungono nemmeno il 10% dei consensi, seguiti da magistrati e sindacalisti. Qualche spiraglio si intravvede quando parliamo di istituzioni che in qualche modo riguardano la vita quotidiana di questi ragazzi e dunque, ad esempio, gli insegnanti che superano quote del 70% di fiducia tra i preadolescenti per scendere a poco oltre il 50% negli adolescenti – quota che comunque è al secondo posto, dopo gli scienziati e al pari delle forze dell’ordine.

 

Lievemente diversa è la “classifica” stilata dai preadolescenti che rimangono piuttosto critici rispetto a partiti, politici, magistrati, sindacalisti, ma si mostrano più ottimisti rispetto ad esempio alla Regione Toscana, alla Chiesa, ai giornali e alla televisione. Rimane forte e indiscussa la fiducia negli scienziati, che rinvia da un lato, a un percorso di miglioramento delle condizioni di vita sotto tutti i punti di vista, dall’altro a una istituzione dove i margini di manovra sono incanalati nelle regole e nei canoni della scienza che nell’immaginario collettivo sono prefissati e oggettivi e dove è concesso minore spazio alla discrezionalità dei singoli.   

Le opportunità di accesso a beni e servizi. Bene per i ragazzi e le ragazze nati in Toscana, maggiori difficoltà per i nati all’estero
Una sezione specifica dell’indagine è mirata a rilevare la fruizione da parte dei  preadolescenti e dei ragazzi di una batteria di beni e servizi ritenuti essenziali alla loro crescita e al loro sviluppo armonioso, oltre che ad evitare i rischi di marginalizzazione ed esclusione sociale.

Le corrette abitudine alimentari, tre pasti al giorno e una dieta adeguatamente variata, sono più diffuse tra i ragazzi delle secondarie di secondo grado rispetto ai ragazzi più piccoli che frequentano le secondarie di primo grado. Particolarmente penalizzati nel consumo di tre pasti al giorno risultano i preadolescenti nati all’estero: il 15% a fronte del 7% dei nati in Italia alla secondaria di primo grado; il 16% a fronte del 5% dei nati in Italia alla secondaria di secondo grado. Nessuna significativa differenza si rileva tra i generi.

La disponibilità di quanto necessario per fruire di un tempo di gioco e svago di qualità risulta su incidenze analoghe tra i preadolescenti e i ragazzi delle secondarie di secondo grado. Tra i generi emerge un forte squilibrio nell’accesso ai libri adatti all’età, ne restano esclusi poco meno del 30% dei maschi a fronte di poco più del 15% delle femmine. Anche in questo ambito i nati all’estero sono svantaggiati, con un picco nella frequenza di attività ricreative regolari precluse al 40% degli stessi contro il 20% dei nati in Italia.

Le condizioni per studiare con profitto, un posto tranquillo dove studiare e l’accesso a internet, riguardano oltre il 90% dei preadolescenti e degli adolescenti senza distinzione di genere. Ancora una volta incidenze doppie di mancato accesso alla fruizione si rilevano tra i preadolescenti e gli adolescenti nati all’estero.

Non emergono differenze tra i ragazzi frequentanti il primo e il secondo grado nella disponibilità di beni di uso personale quali indumenti nuovi e scarpe della giusta misura, con un valore complessivo del 5%. Incidenze che anche in questo caso si collocano tra il 15 e il 20% tra i nati all’estero.

Infine, rispetto all’opportunità di vivere eventi più o meno quotidiani, quali invitare amici a casa, celebrare occasioni speciali, fare una settimana di vacanza all’anno riguardano proporzioni analoghe di preadolescenti e adolescenti, sebbene sull’ultima voce l’incidenza di mancato accesso risulti doppia e prossima al 20% degli stessi. Anche in questo caso, non rilevando sostanziali differenze di genere, le principali si concentrano sui nati all’estero, in particolar modo sulla impossibilità di invitare amici a casa con valori del 20% a fronte del 5% dei nati in Italia alle secondarie di primo grado e del 25% a fronte del 5% dei nati in Italia alle secondarie di secondo grado.

I dati sin qui visionati sulle opportunità di fruizione di beni e servizi da parte dei preadolescenti e adolescenti che vivono in Toscana collimano perfettamente con quanto rilevato sull’incidenza di povertà minorile che, per quanto in crescita, risulta nella nostra regione (12%) decisamente più basso del valore medio nazionale pari al 19%.

 

Comunicato stampa di Toscana Notizie