Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

Il parere sul ‘Pacchetto Occupazione Giovanile’ presentato da Regione Toscana adottato all’unanimitadal Comitato delle Regioni dell’Unione Europea

Anticipare a giugno 2013 l’utilizzo dei 6 miliardi per le politiche attive per i giovani, che per la Toscana significherebbe ottenere oltre 35 milioni di euro aggiuntivi, una vera e propria boccata d’ossigeno sul fronte delle politiche per il lavoro. E’ questa la richiesta avanzata dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, intervenuto oggi a Bruxelles alla sessione plenaria del Comitato delle Regioni dell’Ue (CdR) in qualità di relatore sul “Pacchetto occupazione giovanile”.

“Su temi cosi urgenti e rilevanti – ha detto il presidente Rossi – non si può arrivare sempre tardi e in modo insufficiente. Occorre garantire ai giovani entro 4 mesi dal termine del percorso formativo uno sbocco nel mondo del lavoro, allo scopo di ridurre disoccupati e “neet” (giovani che non lavorano né fanno formazione) attraverso lo strumento dei tirocini retribuiti, così come prevede il nostro progetto Giovanisì”. Proprio il progetto toscano diventa così un modello europeo per offrire ai giovani opportunità di lavoro e per combattere la disoccupazione giovanile, giunta in Europa a un tasso medio del 22,4% e in Italia al 35,9%.

“Se non si cambiano subito politiche di austerità – ha proseguito Rossi – con politiche di sviluppo e crescita (più investimenti, lotta alla finanziarizzazione dell’economia e all’evasione fiscale) si rischia l’incendio sociale, come sta accadendo in Francia, a Londra, in Irlanda e di avere un’Europa sempre meno importante e più povera. Chiediamo alla Commissione Europea di ampliare fino ai 30 anni la fascia coinvolta dalle opportunità contenute nella strategia sui giovani. I tirocini devono rappresentare opportunità formative di qualità per l’accesso al mondo del lavoro. Sollecitiamo la UE ad emanare al più presto una raccomandazione sui tirocini che definisca standard minimi di qualità comuni a tutti gli stati membri”.

Rossi ha poi sottolineato che occorre tutelare i giovani dallo sfruttamento e dall’uso distorto del tirocinio, ribadendo il concetto di dignità del tirocinante, che deve corrispondere a un progetto formativo reale, in grado di combattere le tendenze di molti datori di lavoro a utilizzarlo come approvvigionamento di manodopera a basso costo, se non gratuita.

“L’Unione deve avere il coraggio – ha ribadito Enrico Rossi – di aumentare le risorse da dedicare alle politiche giovanili, perchè i 6 miliardi attualmente previsti sono insufficienti e la loro erogazione va anticipata al prossimo mese di giugno. Occorre garantire ai giovani entro quattro mesi dal termine del loro percorso formativo uno sbocco nel mondo del lavoro, così da ridurre disoccupati e neet attraverso lo strumento dei tirocini retribuiti così come prevede il nostro progetto Giovanisi, con i cui tirocini il 40% dei giovani ha trovato lavoro nelle aziende stesse. La sfida maggiore che ha di fronte a sé l’Europa è di evitare la frattura generazionale, favorendo l’accesso dei giovani nel mondo del lavoro e con esso la loro autonomia”.

Dopo la presentazione a Bruxelles e ad Helsinki, il presidente Rossi è stato chiamato ad illustrare il progetto Giovanisì anche a Madrid ed in Catalogna. Un giro di presentazioni è previsto anche nelle regioni italiane: Puglia, Campania, Basilicata, Trentino-Alto Adige, Umbria.

Comunicato stampa di Toscana Notizie