Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

Qui di seguito un approfondimento de “il Sole 24 ore” sulla nuova legge regionale della Toscana sui tirocini (attualmente in discussione in Consiglio) e sulle misure adottate da altre Regioni del centro-nord.

Di Jacopo Chiostri pubblicato su “Il Sole 24 ore” il 18/01/2012 (scarica l’articolo in pdf)

Da giugno la Regione cofinanzia gli stage – In arrivo una legge ad’ hoc

La delibera sul Progetto “Giovanisì” attivata lo scorso giugno dalla Regione Toscana ha fin qui fruttato l’attivazione di mille tirocini (retribuiti con 400 euro a testa con il cofinanziamento al 50% della stessa Regione).

Un programma importante sul quale la Toscana ha investito molto e che ora prenderà le forme di una legge. Ad agosto infatti la manovra del governo nazionale ha toccato anche il tema dei tirocini formativi e per fissare meglio le regola su questo delicato argomento (la Toscana aveva anche impugnato il passaggio del decreto) la Regione ha preparato una nuova legge, che dovrebbe essere approvata dal Consiglio entrò gennaio, e che ovviamente recepirà lo spirito della delibera.

Il disegno di legge prevede quattro tipologie diverse di tirocini ciascuno dei quali con una durata minima e una massima; inoltre la Regione concederà contributi per la copertura totale o parziale
dell’importo forfettario a titolo di rimborso spese al tirocinante, e sarà richiesta la nomina di un “tutor responsabile” che affiancherà poi il tirocinante nell’inserimento nel luogo di lavoro. Nel progetto di legge il tirocinio viene definito come «esperienza formativa che non costituirà rapporto di lavoro, realizzata presso soggetti pubblici e privati». «L’intento della Giunta – chiarisce l’assessore alle attività produttive, Gianfranco Simoncini – è di evitare un uso distorto dei tirocini e degli stage dando piuttosto ordine ad uno strumento che arricchisce le competenze».

Dalla regolamentazione dei tirocini resta escluso il praticantato propedeutico all’iscrizione agli Albi ordinistici – che è di competenza esclusiva dello Stato – in Toscana però va avanti il rapporto con gli Ordini con alcuni dei quali sono stati siglati anche protocolli d’intesa e la proposta di legge all’esame del Consiglio prevede anche la possibilità di un contributo per le borse di studio dei praticanti.
Venendo alle altre regioni, l’Emilia Romagna ha già una normativa di riferimento ma presto si doterà di una legge ad hoc il cui progetto è ad uno stadio avanzato e se ne discute in sede di concertazione con le parti sociali.
La Regione Marche per ora ha regolamentato solo i tirocini finanziati dai Fondi sociali europei, lo ha fatto con un’apposita delibera di Giunta ma come confermato da Antonio Secchi, responsabile tirocini formativi del settore politiche del lavoro della Regione, sta predisponendo una legge regionale: il testo della Toscana fungerà da riferimento.  « Come coordinamento delle Regioni ci siamo dati delle linee guida comuni – spiega Secchi – ora, dopo i chiarimenti della circolare ministeriale 24 del 12 settembre non ci sono più ostacoli alla regolamentazione di questo che è uno strumento fondamentale per implementare e concretizzare le politiche del lavoro ».
Diversa la situazione in Umbria dove la scelta è di continuare ad attivare tirocini d’inserimento attraverso i Centri per l’impiego e non è avvertita l’esigenza di normare ancora le procedure. «Riteniamo sufficiente l’attuale operatività – Afferma Luigi Rossetti, coordinatore Area imprese e lavoro della Regione  – piuttosto stiamo lavorando a una norma sull’apprendistato»