Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

Far dei rapporti con la Toscana anche un business? Rodolfo, toscano del Brasile che in Toscana è venuto a rinfrescare l’italiano, ci sta pensando. In Argentina l’università di Cordova, assieme ai toscani all’estero della città, sta invece per sottoscrivere un’intesa con l’Università di Pisa per dar vita ad un incubatore di aziende. E poi ci sono l’idee che iniziano ad arrivare dai ragazzi che sei mesi fa sono stati ospiti in Toscana per altri corsi: c’è chi cerca contatti per la vendita in America di vino e prodotti enogastronimici, chi pensa alle costruzioni. C’è anche un’azienda toscana che produce valvole idrauliche e i primi contatti in Brasile, anziché tra le Camere di Commercio, li ha cercati propri tra i toscani all’estero che vivono lì.

Toscani nel mondo sempre più ambasciatori delle eccellenze della regione. Di questo più che altro si è parlato stamani (ieri n.d.r.) a Palazzo Cerretani a Firenze, nel corso dell’incontro tra l’assessore Riccardo Nencini e i quarantove ragazzi e ragazze che da quasi un mese sono a studiare italiano a Siena e a Viareggio. Ragazzi con origini lontane in Garfagnana e Lucchesia per lo più, ma anche Pisa, Pistoia, Firenze, Livorno, Viareggio o l’isola di Capraia.

I corsi di lingua per i giovani toscani che vivono all’estero esistono da parecchi anni: un soggiorno per rinfrescare la lingua di nonni o bisnonni. “Il nostro obiettivo – sottolinea Nencini – è quello adesso di andare oltre: stringere legami che non siano solo turistici o affettivi, ma anche economici, e evitare che certi contatti si perdano”. Magari costituendo anche una sorta di Alumni Association, un registro di tutti i partecipanti ai corsi, costantemente aggiornato.

“Il soggiorno che offriamo a questi ragazzi è un investimento più un regalo” chiarisce Nicola Cecchi, vice presidente vicario dei Toscani all’estero”. E’ sicuramente un’opportunità per i ragazzi, “ma può essere importante – aggiunge – anche per il sistema Toscana e la sua economia”, in cerca di promozione, nuove alleanze e nuovi rapporti commerciali con l’estero.

Non a caso a questa edizione dei corsi di lingua si è affiancata una settimana di incontri a Firenze, promossa da Confindustria, in cui sedici dei quarantove ragazzi, tutti di Argentina e Brasile e tra i 18 e i 31 anni, hanno potuto conoscere un po’ meglio la nostra economia, parlando con gli stessi imprenditori e visitando pure alcune aziende: dall’Antico setificio fiorentino a Ferragamo, fino al castello di Nipozzano dei Frescobaldi. Artigianato, alta moda e vino dunque.

“Le aziende che abbiamo visitato e che visiteremo – spiega Francesco Caracciolo, direttore di Confindustria Firenze, presente anche lui stamani all’incontro con i ragazzi -, non sono che alcune delle imprese, che, con i loro prestigiosi prodotti portano il frutto della cultura e della creatività toscana nel mondo. Prodotti che diventano il più efficace promotore del nostro territorio, ricco di testimonianze del passato ma anche di capacità e di impegno per competere nel presente”.

L’esperienza potrebbe dunque avere un seguito. A frequentare il primo master organizzato da Confindustria sono stati otto argentini e altrettanti brasiliani: sei ragazze e dieci ragazzi, gli stessi che hanno frequentato il corso di lingua a Siena. In trentatre hanno invece partecipato al corsi d’italiano organizzati a Viareggio dall’Università di Pisa. In questo caso non c’erano solo sudamericani, ma assieme a cinque argentini e sette brasiliani c’erano anche quindici toscani che vivono in Canada e negli Stati Uniti, due che arrivavano da Scozia e Irlanda, un australiano e tre dal Sudafrica. L’età era la stessa, da diciotto a trenta anni.

Comunicato stampa di Toscana Notizie di Walter Fortini (26/07/2001)