Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

La ricchezza di una famiglia si calcola sugli stipendi, ma anche tenendo conto del patrimonio: ovvero case, conti correnti e titoli. E se una famiglia è più o meno numerosa, se lavorano marito e moglie o solo uno dei due, se ci sono figli minori, le spese possono essere molto diverse. Così lo stesso reddito e patrimonio può avere un peso assai diverso. Per questo è stato inventato nel 1998 l’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente: un indice che misura la ricchezza del nucleo familiare tenendo conto di tutte queste variabili e che permette, quindi, di riportare tutti ad una medesima scala. Un indice che somma i redditi della famiglia, un quinto dei conti bancari, Bot, fondi di investimenti e proprietà immobiliari, sia pur con alcune franchigie, e li divide poi per un coefficiente in base a quante persone vivono nello stesso nucleo. Più numerosi sono i componenti della famiglia e più alto è il coefficente. Una formula unica per misurare e mettere a confronto redditi e capacità di spesa di famiglie che uguali non sono.

Un esempio? Prendiamo una famiglia con marito e moglie che lavorano e un imponibile Irpef da 65 mila euro l’anno, due figli di cui uno minore, una casa di proprietà, un mutuo da pagare da 200 mila euro praticamente all’inizio e 25 mila euro in banca. L’Isee si aggirerà attorno ai 26 mila euro, che è molto meno della somma dei due stipendi. Se il mutuo non ci fosse, sforerebbe i 30 mila. Se marito e moglie non avessero figli, l’Isee oscillerebbe infine da 43 a 50 mila euro, con o senza mutuo. Una bella differenza.

Per dodici anni l’Isee è stato utilizzato per accedere a numerosi servizi: dalla determinazione delle rette per il ricovero degli anziani in strutture assistite al calcolo delle soglie di esenzione per determinate prestazioni sanitarie, dall’accesso agli asili nidi alle borse di studio o al rimborso dei libri scolastici, anche per determinare l’importo dei buoni pasti comunali per la scuola o la retta dell’asilo.

In rete ci programmi che aiutano a calcolare l’Isee: anche sul sito dell’Inps. Basta digitare: www.inps.it/servizi/isee/simulazione/simulazionecalcolo.asp. Ma è solo una simulazione. L’unico documento valido è quello compilato dai centri di assistenza fiscale o dall’Inps, dove il rilascio dell’attestazione è peraltro gratuito. Chiunque può chiedere che gli venga calcolato l’indicatore Isee: anche gli stranieri, purché in possesso di permesso di soggiorno valido o in attesa di rilascio.

Comunicato stampa di Walter Fortini, Toscana Notizie