Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

A Scandicci la serata conclusiva della Festa Nazionale di Libera. Il sindaco Gheri: “Dedicheremo una strada alla testimone di giustizia Rita Atria”

di Simona Bellocci

“Insieme è possibile” è questo il grido lanciato da Don Luigi Ciotti dal palco allestito ieri sera in Piazza Matteotti a Scandicci, in occasione della serata conclusiva della Festa nazionale di Libera. E’ un grido contro la mafia, un appello all’impegno comune, alla crescita della responsabilità che si deve assumere ogni cittadino affinchè si promuovano giustizia e legalità.

La piazza davanti a Don Ciotti è gremita ed è lo specchio della società. Tanti giovani, tanti adulti, moltissimi anziani. Cittadini toscani, italiani, immigrati. A loro si è rivolto con il carisma di sempre Don Ciotti. E in tanti, alle sue parole, hanno pianto. Ci sono stati tanti abbracci nella notte di Scandicci contro la criminalità, sul palco, fuori dal palco.

E con un abbraccio è terminato anche lo spettacolo dei giovani di Libera dedicato a Rita Atria, la testimone di giustizia nata in una famiglia mafiosa. Rita Atria non commise mai reati mafiosi ma portò a conoscenza dei magistrati ciò che sapeva della mafia, ciò che respirava ogni giorno all’interno della sua famiglia. Suo padre fu ucciso quando lei aveva appena undici anni. A diciassette iniziò a collaborare con la giustizia, Paolo Borsellino fu l’uomo che raccolse le sue rivelazioni. Dopo la strage di Via d’Amelio nella quale perse la vita proprio Borsellino, Rita si uccise, gettandosi dal settimo piano dell’appartamento in cui viveva a Roma. Oggi la sua tomba- come ha denunciato Don Ciotti – non ha un nome. “Spero che Scandicci voglia dedicare una via a Rita Atria – ha detto Ciotti rivolgendosi al primo cittadino Simone Gheri. Un invito che il sindaco ha accettato immediatamente, senza alcuna esitazione. “Lo faremo” – ha detto Gheri a margine dell’intervento di Don Ciotti ribadendo poi che Scandicci darà continuità all’impegno a fianco di Libera nella lotta alla criminalità. ” Sono contento dell’accoglienza che i nostri cittadini hanno riservato a questa serata finale della Festa nazionale dell’associazione – ha spiegato il sindaco – Non ne avevo dubbi, bisogna dare continuità, come diceva Don Ciotti per fare questa lotta di resistenza e di liberazione da tutte le mafie, e di consapevolezza dello sforzo che dobbiamo fare per liberarci da questo giogo”.

“Siete stati meravigliosi in questi giorni – ha detto Don Ciotti rivolgendosi ai giovani di Libera –  tornate nei vostri paesi e raccontate quello che avete vissuto, fatevi moltiplicatori di speranza e di impegno, portate la bellezza delle riflessioni, degli incontri, dell’amicizia. Su questa piazza avete visto molte persone anziane – ha fatto notare Don Ciotti – Mentre camminavamo verso questa piazza vi siete accorti di una bacheca, c’era scritto sopra Associazione nazionale Partigiani D’Italia. La Resistenza di ieri è la Resistenza di oggi. Vi potrà sembrare strano che io vi dica che l’Italia deve essere ancora in gran parte “liberata” eppure è così perchè non è possibile che ci siano milioni di giovani che cercano lavoro e non lo trovano, non è possibile che siano stati cancellati i fondi per gli asili nido, che per fare cassa di toccano gli interessi delle fasce più fragili del paese. Il cambiamento ha bisogno di noi“.

La piazza applaude. Sono gli applausi di chi la Resistenza l’ha vissuta in prima persona, di chi ne ha sentito parlare nelle proprie famiglie. Sono gli applausi di chi oggi si impegna per quella nuova Resistenza a mafia e criminalità di cui ha parlato Don Ciotti, sono quei giovani sui cui volti sono scese lacrime di commozione, in una sera dove un appello diventa consapevolezza: “Insieme è possibile”.

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Fonte: www.intoscana.it