Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

FP1Interventi che rispondano alle esigenze delle imprese più dinamiche, una formazione che dedichi grande attenzione all’occupabilità cioè ai risultati che riesce a conseguire, una strategia che nasca dal confronto con le aziende e le forze sociali, e poi il 50% di risorse destinate alla formazione strategica, il 30% ai territori e il 20% ai voucher, cioè agli interventi a favore di singoli soggetti.

Sono queste, in estrema sintesi, le linee della nuova formazione professionale toscana annunciate dal presidente della Regione, Enrico Rossi, nel corso della sua introduzione al convegno “La formazione professionale che cambia” organizzato dall’Irpet in una affollatissima sala Pegaso di Palazzo Sacrati Strozzi a Firenze.

“E’ una riforma – ha detto il presidente Rossi – per qualificare la formazione professionale. Introduciamo un concetto nuovo: la valutazione. Basta con le Agenzie formative che formano per se stesse senza preoccuparsi degli sbocchi occupazionali. Alla fine del primo ciclo assegneremo loro un rating che significa considerare migliori quelle che riescono ad occupare di più e che faranno formazione in rapporto ad obiettivi precisi. Vogliamo allocare risorse in modo più selettivo, in relazione alle strategie di sviluppo che abbiamo”.

Rossi ha aggiunto che la Regione presterà grande attenzione  al mondo della scuola per combattere una dispersione scolastica che in Toscana è molto alta. Lo farà collegando meglio gli istituti tecnici e quelli professionali al mondo del lavoro, dotandoli di risorse economiche aggiuntive per migliorare i loro laboratori e perchè utilizzino anche docenti che vengono dal mondo del lavoro.
All’Irpet è stato affidato il compito di rilevare i bisogni delle imprese. Gli istituti privati verranno accreditati secondo norme più stringenti e continueranno a giocare un ruolo nel nuovo sistema che sarà attento, oltre che alle esigenze delle imprese manifatturiere, anche ai servizi, che sono in forte espansione.

“Vogliamo che nessun ragazzo – ha precisato il presidente – esca dal sistema scolastico senza aver conseguito almeno una qualifica professionale e faremo in modo che le positive esperienze che esistono oggi in Toscana, diventino sistema. Quello che vogliamo produrre è un cambiamento profondo e sul nostro progetto siamo disponibili ad ascoltare critiche e suggerimenti, perché i cambiamenti non sono veri se non fanno discutere e non creano resistenze. Però vogliamo cambiare, perchè se lo facciamo attendiamo effetti positivi nel rapporto tra scuola, formazione e mondo del lavoro ed una migliore possibilità di occupazione per i giovani toscani”.

Rossi ha detto anche che la nuova formazione professionale sarà articolata a livello di zone (dalle 20 alle 30 in Toscana) e che in ciascuna sarà presente un ufficio territoriale che si occuperà di formazione.

“E’ una grande sfida – ha concluso – alla quale si collega quella dei centri per l’impiego che dovranno diventare un punto affidabile a cui le imprese si rivolgono per avere addetti qualificati”.
Con la riforma degli Enti locali del 2014, la Regione ha assunto nuovamente su di sé le competenze amministrative e normative sulla formazione professionale e l’orientamento passando da un ruolo di  programmazione e coordinamento a svolgere anche funzioni gestionali e di controllo.
E’ dal primo gennaio 2016 che la Regione si fa carico dell’indirizzo, della programmazione, dell’intera gestione del sistema e del rapporto immediato con l’utenza.

 

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Comunicato stampa di Tiziano Carradori, Toscana Notizie