Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

“Un settore che la Regione Toscana considera strategico, anche per fornire risposte concrete a una necessità forte delle famiglie e che intendiamo sostenere anche in questo ultimo anno di nostra legislatura, nonostante le difficoltà della finanza pubblica, perchè vogliamo credere che la ripresa possa avere il volto, pulito e fresco, dei più piccoli”. Così Emmanuele Bobbio, assessore toscano all’Istruzione, nel presentare un pacchetto di interventi appena deliberati dal governo regionale in favore dei servizi per prima e seconda infanzia.

3-6 ANNI (SCUOLE INFANZIA): DALLA REGIONE 52,2 MILIONI – Ingenti, nell’ultimo quinquennio, le risorse destinate dalla Regione Toscana alle scuole dell’infanzia (3-6 anni) sparse sul territorio: tenuto conto dei soldi resi disponibili per il “Progetto Pegaso” nel prossimo anno scolastico (circa 6,1 milioni disponibili), dal 2009/2010 a oggi dagli uffici della Regione sono partiti complessivamente 52,2 milioni di euro in tre distinti canali di finanziamento: “Progetto Pegaso” (circa 25,1 i milioni finalizzati, nel quinquennio 2009/10 – 2013/14,  alla realizzazione di 488 sezioni, in totale, di scuola dell’infanzia); sostegno alle famiglie per la frequenza nelle scuole partitarie, private e di enti locali (nell’anno scolastico appena trascorso sono stati assegnati 1,5 milioni di euro a oltre 3.800 beneficiari. Per l’anno scolastico prossimo è stato emanato un bando che metterà a disposizione ulteriori 1,4 milioni);  sostegno al funzionamento di scuole paritarie private e di enti locali  (dal 2009 al 2014 sono 18,1 i milioni di euro assegnati complessivamente, di cui 10,3 per le paritarie private e 7,8 per le paritarie comunali).

0-3 (PRIMA INFANZIA) L’assessore Bobbio ha fornito i dati anche sul complesso del sostegno regionale al sistema dei servizi per la prima infanzia (0-3 anni). “Servizi – è il suo commento – che in Toscana rappresentano una delle realtà migliori sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo”. Nel 2012/2013 (i dati sono nel recente “Rapporto – edito dalla Regione in ebook – sul sistema educativo e dell’istruzione in Toscana”) i servizi (nidi, spazi gioco, centri) complessivamente presenti in regione sono 1.035 in 218 su 283 (il 76%) dei Comuni toscani.

E’ confermato il trend circa la prevalenza di servizi a titolarità privata (52%) su quelli a titolarità pubblica (48%). Per l’80% i servizi sono nidi d’infanzia, con il restante 20% riservato ai cosiddetti servizi integrativi (spazi gioco, nidi domiciliari, centri per bambini e famiglie). Il 77,2% delle domande valide al primo settembre ha trovato una collocazione nella rete dei servizi educativi, pubblici e privati. Il 22,8% delle domande restano non soddisfatte: una percentuale, questa, che nell’ultimo quinquennio è diminuita del 18,5% e a cui corrispondono (fonte “Rapporto”)  7.182 bambini.

Restando nel settore dei servizi per la prima infanzia, negli ultimi giorni il governo regionale ha dato avvio a due iniziative specifiche: i Buoni Servizio (BS) e i Progetti Educativi Zonali (PEZ).

E’ stato appena certificato un decreto che approva un “avviso pubblico” per realizzare, nell’anno educativo 2014/15, progetti di conciliazione vita familiare/vita lavorativa: il meccanismo è quello, collaudato, di riconoscere Buoni Servizio alle madri i cui figli sono rimasti in lista di attesa nei servizi comunali e che si rivolgano ai servizi privati accreditati e convenzionati con le amministrazioni comunali ovvero, per i Comuni privi di servizi comunali, alle madri i cui figli vengano inseriti nei servizi privati accreditati e convenzionati con le amministrazioni comunali.

In ballo 2,8 milioni (risorse dal FSE di nuova programmazione – 2014/2020 – che la Regione Toscana ha scelto di anticipare in modo da avviare concretamente il programma). I Comuni interessati hanno tempo, per presentare le domande, fino al 25 luglio 2014. Circa 2.000 i beneficiari dei BS nell’anno educativo 2013/2014. E oltre 25 i milioni di euro (25,1) investiti dalla regione Toscana, dal 2007/2008 a oggi compreso, per favorire la conciliazione fra le due “vite” (familiare e lavorativa).

L’assessore si è quindi soffermato sull’altra iniziativa dedicata a prima e seconda infanzia: una delibera, approvata lunedì scorso, che anche per il prossimo anno scolastico avvia i PEZ (Progetti Educativi Zonali) per l’infanzia. In ballo 6,4 milioni di euro destinati ai Comuni per realizzare attività rivolte ai bambini (0-6 anni) e alle famiglie, comprese le attività svolte in estate e comunque quando il tempo nido è sospeso.

Da notare che nella stessa delibera altri 2,2 milioni (per un totale di 8,6 milioni) sono destinati ai PEZ per l’età scolare (3-18 anni) per contrastare e prevenire l’abbandono oltre che per realizzare percorsi di educazione e socializzazione, complementari e integrativi rispetto ai momenti formali di istruzione e formazione. “Per raggiungere il livello di stanziamenti deliberato lo scorso anno sui PEZ – precisa Bobbio – mancano ancora almeno 3 milioni: la situazione della finanza è disperata, ma non disperiamo di trovarli ed entro la fine dell’anno solare ci saranno comunque integrazioni alla delibera”.

CONFERMATE LE SEZIONI PEGASO – Tornando al Progetto Pegaso per le scuole dell’infanzia, la Regione conferma in 6,1 milioni le risorse disponibili per il prossimo anno (2014/15): una parte di esse dovrà essere destinata al pagamento delle supplenze e degli insegnanti di sostegno. “Si conferma dunque – commenta Bobbio –  il grande sforzo compiuto sul bilancio regionale per garantire un intervento suppletivo, cioè in teoria non dovuto, reso comunque necessario a causa del blocco degli organici stabilito dal Ministero. Senza questi denari regionali, nel solo ultimo anno scolastico appena concluso, sarebbero stati circa 3.000 i bambini che non avrebbero potuto trovare accoglienza in una scuola d’infanzia, privandosi così di una esperienza fondamentale per il loro sviluppo”.

Il “Pegaso” 2014/15 parte con una richiesta ai Comuni: rilevare sui loro territori, e farlo rispondendo alla Regione entro il prossimo 25 luglio, le liste d’attesa per la scuola d’infanzia statale; analizzare i fabbisogni del territorio; tenere conto degli spazi disponibili e delle necessità effettive. La Regione sottoscriverà un accordo con ANCI e USRT. L’indagine sui fabbisogni della scuola d’infanzia, chiesa dalla Regione ai Comuni, indica anche i criteri generali (numero minimo di bambini per richiedere una sezione: 18 che scendono a 15 solo per le scuole nei Comuni montani), i calcoli per individuare le liste d’attesa e l’età dei bambini da calcolare per queste liste (bambini e bambine che abbiano compiuto il terzo anno di età entro il 31 dicembre 2014).

Con i 2 milioni di euro inizialmente investiti dalla Regione Toscana per il primo anno del “Progetto Pegaso” (il 2009/2010) furono finanziate 40 sezioni che salirono a 97 l’anno successivo (5,5 milioni di euro) e a 98 il successivo ancora (5,6 milioni di euro). Si passò a 110,5 sezioni finanziate nell’anno 2012/2013 (con 6 milioni di euro) per salire a 143 nell’anno appena trascorso (sempre con 6 milioni di euro regionali investiti).

[Notizia correlata]: Conciliazione vita familiare-vita lavorativa: buoni servizio presso servizi educativi per la prima infanzia

Comunicato stampa di Mauro Banchini, Toscana Notizie