Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

“Oggi abbiamo un’occasione importante per riflettere sul ruolo dell’apprendistato di primo livello, un sistema finalizzato al raggiungimento della qualifica e del diploma professionale attraverso un percorso lavorativo, come possibile sistema duale sul modello tedesco. In Germania vi accedono il 65% dei giovani ed è ritenuto il principale motivo di una disoccupazione giovanile all’8%, che è la più bassa d’Europa”. Così Stella Targetti, vicepresidente di Regione Toscana, intervenendo questa mattina a Napoli alla conferenza “Lavorare insieme per l’occupazione dei giovani” organizzata dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

“In Italia, dal punto di vista normativo, siamo in una fase avanzata della definizione degli aspetti regolatori a livello di tutte le Regioni, ma la vera sfida – ha proseguito Targetti, intervenendo come coordinatrice della Commissione “Istruzione, Lavoro, Innovazione, Ricerca” della Conferenza delle Regioni – è l’applicazione di un contratto di lavoro che è ancora troppo poco attraente per le imprese. Il contratto prevede infatti obblighi formativi importanti per le imprese, ma il sistema di incentivazione – gli sgravi contributivi – non è assolutamente proporzionato al compito formativo richiesto. Attualmente gli sgravi non sono collegati alla quantità e alla qualità della formazione prevista”.

“Le imprese italiane – ha proseguito Targetti – sono soprattutto piccole e medie imprese e quindi fanno inevitabilmente grande fatica ad offrire agli apprendisti un contesto di formazione organizzato. La soluzione è dunque supportare la capacità formativa delle nostre aziende, creando un forte sinergia con il mondo dell’istruzione e formazione professionale e della formazione professionale”.

“Ciò può essere fatto anche attraverso la costituzione di poli tecnico professionali sul territorio, pensandoli come reti di soggetti pubblici e privati (scuole, agenzie formative, imprese, fondazioni Its, università) che mettono in comune risorse professionali e strumentali, a partire dai laboratori necessari a far acquisire ai ragazzi le competenze applicative. E qui – ha concluso Stella Targetti – torniamo all’esempio della Germania, dove esistono laboratori extra-aziendali che supportano le imprese che non hanno la possibilità di svilupparne uno al proprio interno. Questi laboratori extra-aziendali sono in gran parte finanziati dalle camere professionali. Ecco, forse dovremmo partire da qui, pensando ad utilizzare a questo scopo anche i fondi paritetici interprofessionali”.

 

Comunicato stampa di Toscana Notizie