Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

Dall’Europa ci aspettiamo non solo politiche di rigore finanziario ma più investimenti e più impegni per la coesione sociale”. Così si è espresso il presidente Enrico Rossi intervenendo oggi a Copenhagen alla quinta edizione del “Summit Europeo delle regioni e delle città”, organizzato dal Comitato delle Regioni sul tema “La struttura urbana europea nel 21° secolo”.

“Siamo tutti consapevoli – ha proseguito il presidente, che ha parlato sul tema delle sinergie tra città, paesi, regioni e aree rurali – che la riuscita dell’Europa dipenderà in gran parte dal ruolo che sapranno svolgere i territori e le loro espressioni istituzionali, città e regioni. Ma è anche chiaro a tutti ormai che per tante ragioni il quadro che si prospetta per il futuro non è più quello che finora abbiamo conosciuto. La prima di queste sfide, ancor prima di quella economica e finanziaria, è rappresentata dai cambiamenti climatici, dal rischio che si modifichi la base materiale sulla quale viviamo. Nella Regione Toscana, negli ultimi 20 anni, è sempre più evidente il prolungamento di periodi di siccità e il concentrarsi di forti precipitazioni in tempi brevissimi con effetti distruttivi. Convivono siccità e alluvioni, allagamenti e frane con prolungata scarsità d’acqua, che comporta effetti negativi sull’agricoltura e sul paesaggio”.

“Vi è un nesso evidente tra le città e le aree rurali. Le montagne e le foreste toscane che sono curate fin dai tempi dei Lorena non possono essere abbandonate dall’uomo. Hanno bisogno di interventi di manutenzione dei boschi e di consolidamento dei terreni, di costruzione di invasi e di pulizia di corsi d’acqua. Si possono sviluppare, come stiamo facendo con i fondi UE, impianti di produzione di energie alternative con le biomasse. Cresce così un’economia verde che alimenta un’industria che utilizza il legname per le abitazioni a risparmio energetico e che nello stesso tempo tiene più protette le città dalle alluvioni e dalla siccità”.

“Il territorio rurale può inoltre essere uno spazio decisivo per il riequilibrio sociale: una nuova generazione di giovani può trovare lavoro in agricoltura, con effetti di integrazione e solidarietà che possono contribuire a alleggerire le tensioni che tendono a concentrarsi nelle periferie urbane. Con queste scelte si può invertire la tendenza a cementificare le aree rurali intorno alle città. E insieme alle città abbiamo scelto il riuso e la trasformazione degli edifici vuoti nelle aree degradate. Ciò che occorre poi – ha proseguito il presidente – è una rete di infrastrutture materiali e immateriali che consentano ai cittadini di muoversi liberamente senza inquinare e di connettersi tra loro velocemente. La mobilità su rotaia e gli investimenti sulla banda larga sono una priorità di lavoro e di impegno finanziario”.

“Questa necessità di fare sistema a livello regionale vale anche per altri aspetti della vita moderna: c’è una dimensione minima dentro cui un territorio può razionalizzare e qualificare le sue risorse, i suoi centri d’eccellenza, i suoi servizi, le modalità di trasporto su rotaie e su gomma, la valorizzazione dei rifiuti, l’approvvigionamento idrico. Questi elementi – ha concluso il presidente Rossi – hanno nella dimensione regionale il quadro necessario di riferimento”.

Comunicato stampa di Susanna Cressati, Toscana Notizie