Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

Tre milioni di euro dalla Regione Toscana per finanziare 50 borse triennali di Dottorato di Ricerca, il più alto titolo di studio rilasciato dagli atenei italiani.

Da pochi giorni è esecutivo un decreto che conclude un iter iniziato la scorsa estate quando la Regione Toscana, su iniziativa della vicepresidente Stella Targetti, approvò il bando – rivolto alle Università toscane – per l’attivazione in via sperimentale di borse di studio (chiamate “Pegaso”), aggiuntive rispetto a quelle messe a disposizione dalle Università.

“Mentre il governo nazionale stava tagliando risorse al punto tale che nell’ultimo triennio i posti di dottorato banditi con borsa sono calati del 30% – afferma Stella Targetti – Regione Toscana ha deciso di andare controcorrente investendo e valorizzando il dottorato di ricerca. Mettendo nuove borse di dottorato a disposizione degli atenei toscani cerchiamo di arginare la tendenza a aumentare il numero dei dottorandi senza borsa favorita invece dalle nuove linee guida del Governo. Investire sul dottorato significa riconoscere che la loro formazione per la ricerca e ottenuta anche attraverso il lavoro nella ricerca, sia un valore aggiunto indispensabile alla carriera accademica, ma anche prezioso per l’impresa. E l’anno prossimo – aggiunge la vicepresidente – faremo ancora di più mettendo a frutto la sperimentazione 2011″.

Sul bando regionale, che scadeva lo scorso 7 settembre, sono stati presentati progetti di dottorati dalle Università di Firenze, Pisa e Siena: la commissione di valutazione ne ha dichiarati finanziabili 20.

Dei 20 progetti, 8 vengono dall’ateneo fiorentino, 6 da quello pisano, 6 da quello senese mentre la ripartizione delle borse ne indica 21 a Firenze, 16 a Pisa, 13 a Siena. Da notare però che Regione Toscana, in sede di bando, ha comunque previsto obblighi collaborativi fra atenei, generalisti e speciali, di una Toscana le cui Università sono sempre più chiamate a fare massa critica fra loro, interagendo e collaborando. L’operazione Pegaso, in altre parole, presuppone partenariati sia fra i singoli atenei, sia con altri soggetti del mondo dell’impresa e della ricerca.

Le borse per dottorati (ognuna da 60 mila euro) riguardano progetti in ambiti diversificati: dalle geoscienze all’informatica, dalla conservazione dei beni culturali alla medicina molecolare, dalle scienze giuridiche alle scienze chimiche, dall’economia ai sistemi energetici.

“I criteri di valutazione che la Regione Toscana ha adottato in questo bando – prosegue Tragetti – hanno premiato la sinergia tra singoli atenei, la creazione di reti tra università e centri tecnologici di ricerca, i rapporti con il mondo produttivo e istituzionale, la necessità che i progetti siano funzionali anche al concreto inserimento lavorativo dei giovani laureati, la natura interdisciplinare dei progetti, l’obbligo di permanenza all’estero dei dottorandi (previsto in almeno 6 mesi), la predisposizione delle tesi di dottorato in lingua inglese, il coinvolgimento nella valutazioni finali di studiosi esterni ai soggetti che hanno attuato il corso”.

Adesso le borse regionali “Pegaso” saranno assegnate, erogate e gestite dalle singole Università nell’ambito dei loro bandi di dottorato. I destinatari delle borse dovranno avere residenza o domicilio in Toscana, avere meno di 35 anni, conoscere con disinvoltura una o più lingue straniere, trascorrere all’estero almeno sei mesi dei tre anni di dottorato.

Comunicato stampa Toscana Notizie, di Mauro Banchini

[Notizia collegata: ‘Borse di studio Pegaso’ per dottorati internazionali di ricerca]